17 gennaio 2013

Non ti scordar di me, lo struccante Lush

Parliamo ancora di Lush e ancora di viso, questa volta non si tratta di un detergente ma di uno struccante: mai recensione fu più sofferta e combattuta! La descrizione sulla confezione riporta questa dicitura 
"Fa magie: pulisce in modo impeccabile, elimina(davvero!) ogni traccia di make-up ed è delicatissima, anche con gli occhi."

Non che lo struccante non funzioni, il problema è che ci sono molti risvolti della medaglia. Primo fra tutti la formulazione stessa dello struccante. Parliamo di una morbida cremina, dalla consistenza molto compatta (si ammorbidisce con il calore delle dita una volta che andate a prelevarla) a base di olio di mandorle dolci, cera d'api, glicerina vegetale e miele. Questi ingredienti sono ottimi per uno struccante occhi, l'ho provato e riprovato ed è eccezionale, strucca tutto, dal mascara all'ombretto e anche il trucco waterproof, ma per quanto riguarda il viso ero perplessa. 
Per utilizzarlo basta prenderne un po', massaggiarlo sugli occhi e poi pulire il tutto con del cotone imbevuto di tonico perché, altrimenti, i residui non li toglierete mai. Piccolo tip: quando lo usate, preparatevi sul ripiano del lavandino tutto l'occorrente per rimuoverlo perché, essendo particolarmente corposo, vi impasterà gli occhi. 




Parlando invece della sua funzione di struccante viso, avevo le mie riserve ma ho voluto dargli comunque una possibilità. Ne ho preso un po' e ho iniziato a massaggiarlo sul viso col fondotinta (anche lì, non è il massimo dell'igiene dover pucciare di continuo le dita nella confezione dopo essersi massaggiate il viso pieno di fondotinta e cipria) e l'ha sciolto, su questo non c'è dubbio. Invece di usare il cotone ho fatto una prova lavandolo via direttamente con la saponetta; partendo dal presupposto che le saponette sgrassano anche l'olio da cucina sulle mani, io questo struccante non sono riuscita a toglierlo! Probabilmente c'era da aspettarselo, dato che in faccia avevo già un pastone di fondotinta e struccante e metterci del sapone sopra è stato il colpo di grazia: mi sono ritrovata sul viso un misto tale che nemmeno dell'esplosivo al plastico sarebbe riuscito a rimuovere. Vi starete chiedendo: se lo sapevi, perché l'hai fatto? E ora vi spiego anche la ragione. 

Una delle cose che amo di Lush è il suo essere nature-friendly, ma nel momento in cui, per togliere uno struccante dal viso, devo usare almeno 4 batuffoli di cotone se non anche di più, è inutile. Non serve a niente avere uno struccante naturale, in crema (riducendo quindi al minimo l'utilizzo di involucri e confezioni) se poi per rimuoverlo devo disboscare una foresta.

Decisa a non arrendermi, ho fatto un giro su internet e nei vari blog, una ragazza consigliava di utilizzare una spugnetta per ovviare al problema degli sprechi. Giusto, ottima idea! L'altra sera prendo, mi strucco e il trucco va via tutto, però....sì, c'è sempre un però. La spugnetta va lavata e rilavata per togliere tutto il trucco e lo struccante che, essendo molto corposo, si rimuove a fatica. Il viso rimane comunque un po' grasso e appiccicoso (badate bene che dopo lavo lo stesso il viso con la saponetta) e inoltre, da quando l'ho usato (parliamo di due volte) mi sono ritrovata un brufolo sulla fronte, posto in cui non ne avevo più dai tempi delle medie.

Per il no o per il sì, io non ve lo consiglio. Come struccante viso non va bene per tutti i tipi di pelle e il suo utilizzo è troppo laborioso, ma se non vi dispiace perdere quei 20 minuti e avete la pelle secca, allora può andare bene. Come struccante occhi è eccezionale, le uniche due pecche sono la sua applicazione e il fatto che, se lo usate solo come struccante occhi, vi durerà da qui al secondo divorzio dei vostri figli. Il barattolino più piccolo, da 45gr, ne contiene veramente tanto per essere uno struccante occhi e, come tutti i prodotti Lush, ha una scadenza. 

15 gennaio 2013

Blogger we want you!

Mentre curiosavo nel canale beauty di Grazia.it sono incappata in questa nuova iniziativa, il suo nome è Blogger We Want You!
Il richiamo al reclutamento è chiaro e le fila sono quelle della tastiera: A.A.A. blogger emergenti cercasi, e io mi candido.

Il mio è un blog giovanissimo, conta una pagina, 7 articoli all'attivo (8 con questo) ed ha un mese di vita nemmeno. E' un piccolo blog sì, ma dalla grandi ambizioni. Non spenderò parole raccontando come la scrittura sia un sogno che conservo nel cassetto sin da quando ero piccola o come il make up sia la mia vera passione, mi sembra piuttosto scontato. Ho sempre scritto racconti come tutti, né più e né meno. Fino a poco tempo fa ritenevo il trucco una perdita di tempo e di soldi, troppo occupata a prendermi sul serio per occuparmi di quello che mi mettevo addosso, come dice Miranda Priestley ne Il Diavolo Veste Prada.


Poi c'è stata una rivelazione, il velo di Maya si è squarciato. Avete presente quando camminate per strada e vedete quelle ragazze sempre in ordine, belle, eleganti e dall'outfit impeccabile? Ecco, io ho sempre invidiato questo genere di persone e ho sempre desiderato essere come loro. Un giorno, mentre entravo da Accessorize, ho visto uscire dal negozio una di queste ragazze perfette e mi sono chiesta: "Perché non posso essere come lei?". Da lì l'illuminazione: io potevo, e dipendeva solo da me. Questo è stato l'inizio, tutto quello che riguarda il trucco, la moda, gli accessori è stato solo una presa di coscienza di me stessa. La realizzazione di quelle che sono le possibilità di ognuno di noi e che, se si vuole cambiare qualcosa, bisogna ricorrere all'azione, bisogna sporcarsi le mani, in questo caso specifico di blush.


E quale modo di migliore di pagare il tributo, se non attraverso le parole? I latini dicevano: verba volant, scripta manent e così è nato il mio blog. My Favourite Things raccoglie tutti i miei interessi inclusi libri e cinema (d'altra parte la formazione umanista è parte integrante di me) anche se il filone principale è il make up e la cura del corpo. Così, con questo post, realizzo la mia candidatura e ora, prima di premere il tasto invio, lascio spazio alla speranza e mi godo il sapore di quel sublime momento in cui tutto è possibile.


8 gennaio 2013

Meggins: la vendetta sul Principe Azzurro

Donne di tutto il mondo udite, da adesso il principe azzurro è a portata di armadio. Sì, grazie alla diffusione dei Meggins (termine derivato dall'unione di men e leggins) potrete avere anche voi il vostro principe azzurro in calzamaglia. A quanto pare siamo davanti a una sindrome inversa a quella dell'invidia del pene descritta da Freud: gli uomini vogliono la comodità e ci rubano dal guardaroba i leggins.

Indossati nel 2010 dal conduttore Conan O'Brien, hanno iniziato a prendere piede fra celebrities come Lenny Kravitz e Justin Bieber. Di diverso colore, tessuto e lunghezza, i meggins sono la rivisitazione "fashion" dei  pantaloncini da corsa in lycra usati solo dagli over 60 per fare jogging.

                                             Conan O'Brien Meggins

Alla stregua dello slip al mare e del sandalo con il calzino bianco, questo capo può essere annoverato fra le 7 piaghe d'Egitto. Signori, date retta ad una donna, statene lontani; la calzamaglia lasciatela ai super eroi dei fumetti perché, a meno che vi chiamiate Roberto Bolle e siate su un palco a piroettare, sono davvero imbarazzanti e inappropriati. Sopratutto Dio non voglia che vi andiate a cercare quelli con il sospensorio push-up o che le vostre compagne li scambino per i loro.

                            Meggins 1

                            meggings 2

7 gennaio 2013

"La Migliore Offerta" al posto dei cinepanettoni.

Come potete intuire dal titolo di questo articolo, odio i cinepanettoni. Non li sopporto da nessun punto di vista: odio la trama banale da classica commedia all'italiana piena di fraintendimenti e di battute spinte, odio che attori di una certa età impersonino ruoli in cui non fanno altro che guardare languidamente la prima coscia scoperta che passa, nemmeno fossero naufraghi al primo pranzo di Natale dopo decenni. In sostanza è un genere cinematografico che per me potrebbe sparire tranquillamente senza lasciare alcun vuoto: si può fare comicità in maniera intelligente senza dover sempre scadere nel volgare.

Le sale dei cinema sotto Natale sono strapiene di questo genere di film, ma da un po' di giorni si era aperto uno spiraglio, un film diverso dagli altri ed è quello di Tornatore: La Migliore Offerta. Le recensioni ne cantano le lodi senza riuscirlo a collocare in una categoria specifica, la più comune è quella di thriller-giallo-romantico che, in sostanza, vuol dire tutto e niente. Incuriosita, ho deciso di andare a vederlo.

Le premesse erano già ottime: l'attore principale, Geoffrey Rush, ha recitato nel Discorso del Re, film che ho adorato, musiche scritte da Moricone, un biglietto da visita dei migliori!
La Migliore Offerta parla di un battitore d'asta piuttosto in là con gli anni, un individuo cupo e solitario, al limite della misantropia e con un'insana passione per i ritratti di donna. Le vicende hanno inizio quando si ritrova a fare l'inventario di una villa per una cliente piuttosto schiva e atipica.

Non vi dico oltre della trama per non rovinarvi nulla, ma posso dirvi che in questo film viene analizzata con minuzia e sottigliezza la solitudine dell'uomo, la complessità dei sentimenti come l'amicizia e l'amore e la fiducia nei rapporti, il tutto in un delizioso contesto artistico che fa da compagno all'aspetto thriller della storia. Rimarrete per due ore incollati allo schermo completamente concentrati, a fare congetture, a tifare per l'uno o per l'altro personaggio, a rispecchiarvi nell'uno o nell'altro protagonista, soffrendo con loro. Quando crederete di aver capito tutto dell'intreccio, le carte si rimescoleranno completamente; la sceneggiatura è grandiosa perché, se riducessimo la storia all'osso potrebbe sembrare banale e scontata, invece il regista riesce a fare la magia, riesce a mescolare sapientemente e in maniera perfettamente equilibrata tutti gli ingredienti. Degni di nota sono anche i dialoghi costellati di varie perle, così come gli arredi e le scenografie. Ringrazio Tornatore per avermi offerto questo spaccato umano diverso dal solito Giovannona Coscialunga a Courmayeur.

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