15 febbraio 2016

Tè e biscotti: il magico potere del riordino di Marie Kondo

Ultimamente non si sente parlare d'altro, tutti sono stati presi dalla smania di riordino della casa, me compresa, e questo libro sembra essere la chiave del successo: stiamo parlando de "Il Magico Potere del Riordino" di Marie Kondo.
Se foste interessati vi lascio il suo sito web http://konmari.com/en/


In questo libro l'autrice spiega come riordinare la propria casa in maniera semplice e definitiva. Dell' economia domestica ne ha fatto la sua professione, offre consulenze a domicilio e organizza seminari in cui spiega il suo metodo. Tutti i suoi clienti affermano di non aver più avuto bisogno di riordinare una volta terminato il loro percorso, salvo gli oggetti di utilizzo quotidiano. 

Quale sarà il suo segreto? Ve lo riassumo in due parole: buttare via. Il primo passo da compiere è gettare tutto ciò che non usiamo, poco importa se sia nuovo o ancora funzionante, l'importante sono le sensazioni che ci trasmette. Già, il discriminante per decidere se qualcosa va conservato sono le emozioni che proviamo a contatto con quel determinato oggetto, la Kondo racconta che in questo modo tutti i suoi clienti riempiono un numero impressionante di sacchi di immondizia. Prima di gettare via un oggetto dobbiamo mostrargli gratitudine e ringraziarlo per essere stato al nostro servizio fino a quel momento.

I libri non fanno eccezione, tutti quei titoli che non vi suscitano gioia vanno nel cestino e la stessa fine è riservata a vestiti con l'etichetta ancora attaccata o ad oggetti nuovi di zecca perché, se non ci è servito finora, sicuramente non lo useremo in futuro. Nel caso in cui dovessimo averne bisogno, possiamo sempre comprarlo di nuovo. 

A tal proposito l'autrice insiste molto sul modo in cui debbono essere piegati gli indumenti perché devono essere felici una volta riposti nell'armadio altrimenti si logorano prima. Vi lascio un video illustrativo che sicuramente è più chiaro delle spiegazioni che potrei darvi io.



Quando si comincia il riordino Marie Kondo sostiene si debba fare tutto in una volta e non per stanza, ma di categoria in categoria, partendo dagli oggetti per la cura personale fino ad arrivare ai ricordi perché è più difficile liberarsene. Penso che se dovessi riordinare la mia casa tutta in una volta e andando per categoria, non mi basterebbe un mese di ferie!
Vi lascio lo stralcio di un'intervista a una radio italiana dove si affronta il tema delle categorie.


Nella parte finale del libro la Kondo si sofferma nello spiegare come il riordino della propria casa abbia effetti anche sulla sfera personale ed emotiva. Molte delle persone che hanno abbracciato il suo metodo si sono ritrovate ad aver lasciato il proprio lavoro per intraprendere la carriera dei propri sogni, altri hanno divorziato perché si sono accorti che quella non era la persona adatta a loro.

In conclusione, penso che il metodo di Marie Kondo abbia diversi punti deboli in parte dovuti anche al divario tra la cultura occidentale e orientale: le case orientali sono molto più piccole e credo utilizzino principalmente cassettiere altrimenti sarebbe impossibile riporre gli abiti verticalmente. L'idea di eliminare oggetti inoltre mi sembra una "scappatoia", è ovvio che un numero minore di cose occupino meno spazio. Il suo approccio mi sembra nasconda una pericolosa tendenza al consumismo, così come trovo assurdo gettare oggetti, indumenti (e libri, pazza!) nuovi solo perché non li abbiamo mai usati.
Ho cercato di attraversare un po' i diversi punti del libro cercando di spiegarvi brevemente il suo metodo e di avervi suscitato un po' di curiosità a riguardo, nonostante non sia del tutto d'accordo con il suo approccio ne sono molto incuriosita e penso proverò ad adattarlo alle mie esigenze. E non butterò il suo libro!

2 commenti:

  1. Ma gli oggetti vanno proprio buttati, o basta liberarsene? Perché chiunque suggerisca di buttare dei libri per me è pazzo, ma se invece conta anche regalarli forse posso pensarci su!

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  2. Eh nel libro lei non fa mai riferimento al reciclaggio (anche se in un video se ne parla, ma non è lei ufficialmente a farlo). Inoltre dice che non bisognerebbe regalare i propri oggetti a qualcun altro perché in quel modo non ci si disfa del cumulo di roba, ma lo si ricrea da un'altra parte perché la persona in questione si sente in obbligo a tenerli. Anche nell'intervista che ho pubblicato c'è uno stralcio in cui dice che gli italiani hanno enormi difficoltà a gettare gli oggetti rispetto ai giapponesi, quindi anche qui immagino sia una questione di divario culturale.

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