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5 maggio 2013

Rainy day, welcome May: il vademecum per il perfetto cambio di stagione



Aspettavamo con terrore questo momento, ma sapevamo sarebbe arrivato: il cambio di stagione! C'è chi lo vive con terrore, chi come me si è rassegnata, come quando vedi l'ennesimo turista con il sandalo e il calzino bianco (non ci piace, ma è così che va il mondo) e chi lo ignora comprando direttamente vestiti nuovi.
Ieri c'erano circa 30 gradi e oggi piove, sicuramente essere nel bel mezzo della stagione dei monsoni non aiuta soprattutto perché, ogni volta che devi uscire, fissi l'armadio con la fatidica domanda che pende sulla testa: "e oggi che mi metto?"
Ecco perché provo a darvi le 5 regole d'oro per il cambio di stagione, il vademecum per rendere questo passaggio il meno doloroso e il più rapido possibile.

1 regola - Il cambio di stagione non è cosa facile, si sa, e quello che serve è una buona disposizione d'animo. Non prendetelo come un obbligo, ma come un'occasione per "depurarvi". Il Feng Shui sostiene che riordinare i propri spazi sia catartico e permette di fare ordine anche nella propria vita e anche io la penso così. Quindi accendete della buona musica, che vi rilassi o vi dia carica sceglietelo voi. Tenete alla larga presenze che vi infastidiscano e mettetevi all'opera.

2 regola - Questa è LA regola, quella per eccellenza senza la quale finirete seppellite dai vestiti. Se un indumento supera i 2 cambi per stagione (quindi due inverni per i maglioni o 2 estati per le canottiere) senza che l'abbiate indossato nemmeno una volta, significa che è ora che passi a miglior vita. Regalatelo a qualche amica a cui pensate possa fare piacere, datelo in beneficenza (magari evitate le zeppe borchiate stile Lady Gaga, sarebbe un po' indelicato) oppure prendete parte (o organizzatene uno voi stesse) agli swap party, dove potete scambiare i vostri abiti con quelli di altre/i e trovare delle vere e proprie occasioni, pezzi vintage o firmati.

3 regola - What if, cantavano i Coldplay, ma voi lasciate stare. La peggiore trappola del cambio di stagione è iniziare a pensare cose tipo "se dimagrissi lo rimetterei", "se andassi in campeggio lo indosserei" (siamo serie, l'ultima volta che è entrata un'ape in casa stavate per chiamare i ghostbusters, pensate davvero che andrete mai in campeggio?), "se dovessi disinnescare una bomba nello spazio, con questo starei comoda". La risposta è sempre NO. Sono scuse, bugie che ci raccontiamo per non buttare, per non disfarcene. L'unico margine che potete lasciarvi è quello dei "vestiti da casa", il gruppo degli indumenti antistupro che indossiamo nell'intimità della nostra casuccia e che solo pochi eletti hanno avuto la (s)fortuna di vedere. Anche lì, con parsimonia, sapete anche voi che il top monospalla con le paillettes a forma di panda non lo metterete mai in casa.

4 regola - PPP, ovvero le 3 P. Non è un insulto, ma è la sigla che vi aiuterà a capire cosa buttare. Prima P, pallini: se un capo è talmente logoro da aver sviluppato quei fastidiosi pallini, allora è arrivato il momento di gettarlo o al massimo potete portarlo da H&M per riciclarlo. Seconda P, pallido: probabilmente è stato vittima di qualche lavaggio riuscito male, del tempo o dell'ammoniaca. Se un vestito ha cambiato colore, allora va nella spazzatura. Terza P, poi: se iniziate a dire "poi lo butterò", "poi tornerà di moda", "poi lo sfilaccerò fibra per fibra e ne farò una meravigliosa tela come Penelope" sapete tanto voi, quanto io, che state solo procrastinando.

5 regola - Ordine: se c'è nell'armadio, se sapete dove andare a cercare, se avete a vista più o meno tutto, allora saprete cosa indossare. Lasciate uno spazio nell'armadio, un cassetto o una pila di vestiti che sia un intermezzo fra l'estate e l'inverno, perché capiterà sempre che avrete bisogno di un giacchetto per una vacanza, di una maglia a manica lunga per quell'acquazzone improvviso e perché, semplicemente, avrete meno roba da spostare ogni volta. Mettete a portata di mano i capi che indossate più spesso, siano outfit da lavoro o da università, così non dovrete impazzire a cercarli. Stessa cosa vale per pezzi basic facili da abbinare come una camicia bianca, un giacchino nero o quel jeans che sta bene sia con le Converse che con il tacco 12. Se vi avanza tempo, inserite anche qualche sacchettino per profumare l'armadio, è così bello indossare gli abiti che odorano di pulito!



22 gennaio 2013

ToTD: tip of the day







No, non parliamo del pesticida ritirato dal mercato negli anni 70, ma del Tip of The Day: una mini rubrica in cui verranno esposti dei piccoli consigli, dei tips appunto, in ambito beauty. Sicuramente non sarà niente di innovativo, né vi cambierà radicalmente la vita ma spero vi suggerisca qualche idea utile. 

Quella di oggi riguarda la pulizia dei pennelli. Per lavarli di solito utilizzo uno shampoo delicato per bambini ma il lato negativo è che ne va sprecato molto, specie per via della consistenza piuttosto viscosa del prodotto. Allora ho avuto un'illuminazione: usare la saponetta dei Provenzali ormai finita. Essendo la saponetta troppo consumata per detergere il viso, ho pensato di utilizzarla per lavarci i pennelli, trovandole così un ultimo utilizzo. Ancora non siete convinte? I residui di trucco e i batteri se ne vanno nella pattumiera insieme alla saponetta!


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