15 gennaio 2015

Chiacchiere su "Big Eyes" di Tim Burton

Come ho già scritto su Facebook, domenica sono andata a vedere Big Eyes di Tim Burton, che mi aveva incuriosito sin dalla sua prima apparizione in tv e su internet.
Sarà che a capodanno hanno fatto la maratona dei film di Tim Burton; sarà che negli anni, per un motivo o per l'altro, li ho visti praticamente tutti; sarà che il personaggio principale del film è un'artista, fatto sta che non potevo perdermelo!



Vi faccio un piccolo schizzo della trama, giusto per darvi un'idea piuttosto grossolana di cosa parla, così potrete decidere di andare a vederlo o no.

Trama: la protagonista, Margaret D.H., fugge da suo marito portando via con sé sua figlia e pochi altri oggetti e si trasferisce a San Francisco dove si trova la sua amica Dianne. Dopo un iniziale momento di smarrimento e difficoltà, dovuto alla sua condizione di donna separata, trova lavoro come decoratrice in una fabbrica di mobili. Nel suo tempo libero continua a dipingere, i suoi soggetti preferiti sono la figlia e i bambini che è solita rappresentare sempre con questi occhioni giganteschi pieni di malinconia.
Durante una delle domeniche al parco trascorse ad offrire caricature e ritratti, Margaret incontra Walter Keane, affascinante pittore dalle grandi doti ammaliatrici. Dopo una breve frequentazione Walter chiede la mano di Margaret e si sposano alle Hawaii.
Walter fa l'agente immobiliare, ma il suo grande sogno è vivere della sua arte, così cerca in ogni modo di piazzare i suoi dipinti e quelli della moglie, i quali iniziano ad essere apprezzati ed acquistati, ma che per un malinteso vengono attribuiti a Walter anziché a Marget

Blatere: Ho sentito diverse persone criticare questo film, molte lo hanno trovato deludente o mediocre, a me personalmente è piaciuto! Credo lo scarso apprezzamento che può aver ricevuto derivi da quello che io chiamo "Il fattore Tim Burton": la firma che lo contraddistingue è senza dubbio la vena inquietante, film dalle ambientazioni un po' dark infarcite di non sense spesso destabilizzante. In questo film non si trova niente del genere, se non qualche piccola apparizione animata degli occhioni dei quadri, per il resto la presenza di Tim Burton è avvertita solo in punta di piedi grazie alle scene ironiche; ironia per altro fondamentale nello smorzare i toni altrimenti fortemente drammatici del film.

Big Eyes non è una delle solite favole raccontate da Tim Burton, si tratta di una storia realmente accaduta, ragion per cui l'elemento estraniante non poteva essere predominante. Secondo me non bisogna sconvolgersi per un film sotto tono rispetto agli altri, penso che nella carriera di ogni artista sia normale un'evoluzione e che la produzione cambi, vuoi per un processo di maturazione, vuoi come nel suo caso per la rottura con Helena Bonham Carter, vuoi perché si sente la necessità di sperimentare e mettersi alla prova in ambiti diversi.

Invece ci terrei a spendere qualche parola per l'attrice protagonista Amy Adams. Temo di non essere esattamente la persona più obiettiva del mondo nei suoi confronti in quanto ho iniziato ad adorarla per la sua performance in Julie e Julia, uno dei miei film preferiti in assoluto. Avrei voluto anche vederla in America Hustle, candidato agli oscar l'anno scorso, con un ruolo probabilmente diverso, ma purtroppo ancora non ci sono riuscita.
A parte tutti questi preamboli, trovo sia una bravissima attrice, riesce a rendere pienamente la figura dell'artista tormentata e al tempo stesso della donna fragile e insicura che rinnega e reprime una parte di se stessa per un bene superiore e per paura. Il mio solo timore è che finisca ad interpretare sempre e solo ruoli di questo tipo un po' come è successo a Margherita Buy, che poverella sembra sempre  vestire i panni di donne sull'orlo di una crisi di nervi.

Nota per gli amanti delle serie televisive: c'è un bel cast cicciottello di attori presenti in altre serie televisive
Dianne// E' l'attrice che interpreta Lucy in "Una mamma per amica"(Gilmore Girls), una delle amiche di Rory al college, ma è anche la protagonista del telefilm "Non ti fidare della stronza dell'appartamento 23" (Don't trust the bit** in the apartment 23) dove c'è anche James Van der Beek (il Dawson di Dawson's Creek) che interpreta James Van der Beek!

Dick Nolan (il giornalista che aiuta Walter a vendere i dipinti)// è l'Axeman (l'uomo con l'ascia) di American Horror Story Coven. 

Banducci (Il proprietario del locale dove inizialmente Walter espone i propri quadri)// E' Pete, il pizzaiolo a cui Rory in Una Mamma per amica commissiona la pizza più grande del Connecticut.

Nota negativa: giuro che vorrei prima picchiare a sangue il direttore del doppiaggio e dopo chiedergli "perché non avete doppiato anche Olivetti?!". C'è una scena in cui Olivetti, sì quello delle macchine da scrivere, vuole acquistare uno dei dipinti con gli occhioni e prima di farne richiesta parla con le dure ragazze che sono con lui. Ecco, in questa scena si sente palesemente e in una maniera indegna come sia stato lasciata la traccia audio originale: Olivetti parla il tipico italiano "americanizzato" e innaturale che si sente in tutti i film americani. A riprova di quello che dico, c'è lo scarto audio fra il momento in cui parla Olivetti e quello in cui parla Walter Keane. 
Maria per me è no!



Finito con le mie chiacchiere vorrei sapere cosa ne pensate voi, se l'avete visto, se fate parte del team Big Eyes sì o Big Eyes no, se volevate un film più simile a Nightmare Before Christmas o se avete riconosciuto altre comparse che hanno recitato in altri telefilm :D

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