Sono giorni completamente folli in cui non mi fermo un attimo (tranne adesso ovviamente), la sera vorrei mettermi a scrivere ma come mi avvicino al letto cado in catalessi e tutti i miei buoni propositi sfumano miseramente!
Comunque finalmente sono qui e vi parlo del libro The Particular Sadness of Lemon Cake (in italiano L'inconfondibile tristezza della torta al limone) di Aimee Bender che ho finito di leggere almeno una 15ina di giorni fa e di cui ancora non sono riuscita a scrivere la recensione. Ve ne devo parlare, ve ne devo parlare per forza, non perché sia un bel libro, ma perché è uno dei libri più brutti che abbia mai letto e voglio risparmiarvi la perdita di tempo.
Cerco di tagliare corto sulla trama anche perché è praticamente inesistente: la protagonista è Rose Edstein una bambina che alla soglia del suo nono compleanno scopre di avere un "potere", ovvero è in grado di percepire i sentimenti delle persone assaggiando i cibi da loro cucinati. STOP.
Ci si aspetterebbe che questo sia il fulcro della storia, ma non è così. E' una delle tante sottotrame del romanzo che non vengono sviluppate. Ci aspetterebbe che questa capacità della protagonista porti a qualcosa, che venga spiegato come nascono questi poteri, che origine abbiano, e invece niente. Sul finale c'è una piccola parte in cui si spiega come questa capacità di Rose abbia una base familiare, di come forse ne "soffra" anche il padre, il quale non ha mai approfondito, e il fratello, anche se non si capisce bene cosa sia capace di fare. Ci si aspetterebbe che la particolarità di Rose l'aiuti a capire qualcosa in più sulle persone che la circondano, magari a migliorarne i rapporti, invece l'unica cosa che scopre è che la madre ha una relazione con un collega di lavoro.
La protagonista, e più in generale il romanzo, sono pervasi da un enorme senso di tristezza, da questa malinconia costante, da questa calma immobile, si ha la sensazione che sia sempre l'ora del tramonto in questa storia
Questo libro non è altro che un gomitolo di storie di cui non si vede né capo né coda, si cerca di trovare il bandolo della matassa, ma inutilmente. Ad un certo punto, per quasi 2/4 del romanzo, il protagonista sembra diventare il fratello di cui però non si sa quasi nulla, rimane un mistero per quasi tutto il romanzo: ha una tendenza malsana all'isolamento, nessuno che cerca di capire effettivamente che problemi abbia, viene assecondato in ogni suo comportamento bizzarro.
Il padre è sempre a lavoro e quando non lavora sta a casa a fare la contabilità o a guardare la tv. La madre è l'unica che prova ad essere il collante di questo mosaico scombinato, si prende cura dei figli con devozione, in particolare è attaccato al figlio in maniera quasi morbosa, come se lo idolatrasse, fino poi vederlo sparire nel nulla e con esso la sua unica ragione di gioia. A questo punto la madre di Rose rinunciare alla propria dimensione familiare e si rifugia definitivamente in una relazione extraconiugale iniziata già da molti anni.
Rose sembra essere la più grande vittima di questa famiglia disastrata, cerca di intessere legami affettivi con la madre e il fratello che la relegano nel proprio angolo, senza darle importanza alcuna. Non riesce a relazionarsi serenamente nemmeno con i propri amici, o per meglio dire compagni di scuola. Rose si isola, vive i propri rapporti di amicizia con distacco, come se appartenesse a un altro mondo, senza lasciarsi mai coinvolgere affettivamente.
La figura della nonna è un'altra presenza che esiste solo in trasparenza: nessuno l'apprezza, nessuno va a trovarla, le vengono fatte delle telefonate di circostanza, mentre lei non fa altro che inviare regali malmessi e inconsueti come fosse uno stalker o un fidanzato psicopatico.
Anche la forma con cui è scritto il romanzo, sommata a una trama piatta e per nulla coinvolgente, rende la lettura noiosa e poco agevole: c'è il continuo utilizzo del discorso diretto senza punteggiatura, espediente che spesso non permette di capire più chi sta parlando o chi sta pensando cosa.
Un libro veramente noioso, sotto le righe, inconcludente e che personalmente non mi ha lasciato nulla se non la voglia di leggere qualcos'altro.
Nessun commento:
Posta un commento