4 giugno 2013

Alber Elpaz per Lancome

15 giugno, save the date!
Ebbene sì, manca poco all'uscita della nuova collezione di Lancome, rigorosamente in edizione limitata, il cui packaging è stato disegnato dall'artista creativo e fantasioso Alber Elpaz, direttore creativo di Lavin.
La collezione sarà costituita di un tris di mascara, di ombretti e di ciglia finte e verrà distribuita in una selezione di profumerie.
Il packaging è fantasioso, stilizzato, originale e ironico, niente che abbia a che fare con la serietà e la compostezza del brand.
Ecco il teaser trailer della presentazione della linea. Il mio preferito è quello con i cuori e il vostro?

31 maggio 2013

Stripes...and stripes


Lo sappiamo tutti, il trend di quest'anno sono le righe bianche e nere. 
Quante effettivamente sono le donne che se lo possono permettere senza sembrare Pinco Panco e Panco Pinco (tutti e due nello stesso vestito, ovviamente)? Il 10% temo.

[Quello a sinistra ha la mia stessa espressione la prima volta che ho visto i leggins a righe bianche e nere nei negozi, sono piuttosto sicura siano l'invenzione di un misogino Ndr.]
Comunque non ci rassegniamo, per fortuna sono stati inventati quei fantastici amici chiamati accessori che ci permettono di portare le righe senza sembrare delle evase dal circo di Moira Orfei.

Gli occhiali in alto a sinistra sono di Aldo e purtroppo credo li vendano solo sul sito americano, ma erano troppo simpatici per non inserirli, mentre i nail patch di Sephora sono un'alternativa alle righe pratica, comoda e veloce. La borsa di Bershka è di quelle capienti e trasparenti, ottime sia per la città che per la spiaggia. 
Piccola digressione, qualcuno di voi mi sa spiegare perché Carpisa è convinta che "collezione estate" implichi solo borse da mare? Se devo rimanere in città che faccio, uso una cartucciera per le monete e i contanti? Mistero.
La sciarpa di Asos invece, è di quelle ad anello, come direbbe uno dei personaggi di New Girl "così non devo capire da che verso indossarla". Sono scelte che ti condizionano la vita, in effetti. 

30 maggio 2013

Review: Detergente viso Mai Senza Lush

Lancio una domanda al signor Lush, così come ho fatto con il signor Geomar nel mio post sulla crema viso idratante lenitiva della Geomar, perché i prodotti migliori li inserisce sempre nelle edizioni limitate? Perché?! Già era successo con Cherubini a Fior di Pelle, la seconda vittima è stata Mai Senza. Eh va be', facciamocene una ragione. Ne parlo ugualmente nella speranza che venga riproposto durante l'inverno o cambino idea inserendolo fra le linee permanenti. 


Mai senza, più che un detergente viso è uno scrub, perché ha al suo interno polenta, quindi la sua funzione primaria è esfoliare, non tanto detergere. Detto ciò, vi consiglio di non usarlo tutto i giorni, ma al massimo 2/3 volte a settimana, non tanto per i microgranuli, ma perché trovo abbia una consistenza grassa. Vi è mai capitato di vedere la pasta frolla cruda? E' così malleabile perché è intrisa di burro e questo detergente ha la stessa identica consistenza, inoltre usandolo tutti i giorni mi faceva uscire qualche brufolo (premesso sempre che ho la pelle mista tendente al grasso). 

Ovviato questo problema con un uso dilazionato, devo dire che Mai Senza fa il suo gran bel lavoro! Per essere uno scrub (sì, vado contro le descrizioni di Lush e lo chiamo scrub) lascia la pelle idratata, liscia e morbida. Per utilizzarlo, come al solito, basta metterne un po' nella mano, bagnarlo con dell'acqua fino ad ottenere una sorta di cremina da poter massaggiare sul viso. Piccolo tip: avendo microgranuli, vi consiglio di applicarlo facendo dei movimenti circolari piuttosto piccoli, altrimenti sentirete proprio dolore. 

L'odore, parliamo dell'odore per favore: sa di biscotti speziati natalizi (infatti dentro c'è la cannella), quelli che si vedono nei film americani, dove le famiglie sono tutte felici, i bambini leccano le fruste ricoperte dell'impasto per i cookies e si sentono i Christmas Carol di sottofondo. Ecco, l'odore è quello! Altra cosa adorabile è che al suo interno trovate davvero i pop corn sani. Come direbbe la nostra cara Mara, per me è sì!

Il costo è di 9,95€ per 100ml e la durata è di 3 mesi.


24 maggio 2013

DIY: Customize your...hanger

Le giornate primaverili stentano ad arrivare e, so di attirarmi l'odio di tutti, a me non dispiace per niente. L'idea di fronteggiare 28 gradi ogni volta che esco non mi alletta affatto, quindi mi godo queste giornate autunnali come un piccolo regalo. 
Frutto dell'ozio è stato un piccolo attacco di creatività, semplice, ma ad effetto secondo me! Ho decorato una stampella (o gruccia, per tutti quelli che vivono al di fuori del confine romano) di quelli banalissime da tintoria che di solito finiscono sempre nella pattumiera. Ecco come fare in pochi, semplici passi.

Materiale:
- Gruccia da tintoria (quelle in filo di metallo per intenderci)
- Nastro da bomboniera



La realizzazione è di una facilità pazzesca. Iniziamo con la spiegazione:

Step 1 - Iniziate ad arrotolare il nastro attorno alla gruccia con una mano e tenendo ferma l'estremità iniziale con l'altra. Piccolo tip, avvolgete sempre il nastro nel verso in cui state procedendo, ad esempio se avete iniziato partendo da sinistra verso destra, cercare di non stringere il nastro attorno alla gruccia da destra verso sinistra perché vi rimarrà difficile farlo aderire per bene attorno al filo di ferro.


Step 2 - Nel momento in cui arrivate all'uncino per appendere, non avvolgete il nastro attorno a tutto l'uncino, ma procedete finendo di arrotolarlo prima sul lato su cui stavate lavorando, poi sulla giuntura e infine riscendendo sull'altro lato. Mentre arrotolate tutto il nastro, dall'inizio alla fine, state attente a cercare di lasciare sempre lo stesso spazio tra un'estremità e l'altra così che "i cilindri" di nastro attorno al ferro siano tutti più o meno della stessa dimensione e diano un'impressione di omogeneità. 




Step 3 - Quando arrivate alla fine, se vi avanza ancora del nastro, potete fare come ho fatto io: farci un fiocco. Lo so che avanza ancora un pezzo di nastro che sta lì penzolante, ma onestamente a me piace così.



Step 4 - Cucite l'estremità da cui avete iniziato così che la il nastro non si sciolga. Bastano veramente un paio di passate di filo anche grossolane, servono solo a fissare il nastro. 

Step 5 - Appendete la vostra nuova bellissima gruccia, rimodernata, abbellita e...reciclata!



Per questo DIY ho usato il nastro di una bomboniera avanzata perché avevo questo a portata di mano, ma potete usare anche degli scampoli di stoffa che non vi servono, intrecciare dei fili di lana e usarli, combinare nastrini di diversi colori etc. Non ho passato il nastro anche sulla parte inferiore perché, se ci appendete dei pantaloni, sarebbe stato coperto e sarebbero aumentate le possibilità di disfare il nastro


17 maggio 2013

Review: Crema viso Idratante Lenitiva Geomar





Cercavate una crema viso low price, idratante, senza parabeni, allergeni, siliconi, coloranti e oli minerali? La risposta è la crema Idratante Lenitiva della Geomar al Bio Fiore di Altea (non mi chiedete cos'è, perché non ne ho la più pallida idea! Anzi, se qualche biologa è all'ascolto, illumini il mio cammino).
Ultimamente questo marchio è sbocciato allontanandosi dai prodotti corpo, tutte la conosciamo per il thalasso scrub, per orientarsi anche verso i prodotti viso. Tutti al 95% naturali, privi di petrolati e derivati. 
Questa crema è davvero valida, ha una consistenza soda che la rende particolarmente idratante, altrettanto valido è il suo potere lenitivo: l'ho usata subito dopo l'applicazione della Maschera Viso Cleò allo yogurt e kiwi (la maschera demoniaca di cui vi ho già parlato in precedenza) e ha attenuato subito il rossore e l'irritazione. Per il periodo estivo non la consiglio proprio per il suo alto potere idratante. L'unica pecca, se così vogliamo chiamarla, che ho riscontrato è il profumo; è vero che non contiene allergeni, ma personalmente lo trovo un po' troppo forte per una crema viso. Signor Geomar, se mi sta ascoltando lì fuori da qualche parte, cambiamola questa profumazione! Anche la confezione la farei di un materiale un po' più leggero, il vetro non è il massimo da portarsi dietro, specie se si devono fare viaggi in aereo.
Il costo è di 5.90€ per 50ml, ottimo rapporto quantità prezzo, io l'ho acquistata a 3.90€ da Acqua e Sapone perché in offerta.
Avete mai provato niente di questo marchio? Siete incuriosite? 

Lush per la giornata mondiale contro l'omofobia

La partecipazione attiva di Lush in tema di rispetto dell'ambiente e difesa dei diritti umani è ormai rinomato e a tal proposito, in corrispondenza della giornata mondiale contro l'omofobia che si tiene oggi, lancia una nuova iniziativa: con l'acquisto della crema corpo Sua Bontà, sarà possibile finanziare il progetto Bye Bye Bulli organizzato dall'associazione Frame. Questa iniziativa prevede 2 laboratori/workshop da portare nelle scuole secondarie, uno per gli studenti e uno per gli insegnanti, per una campagna di sensibilizzazione e diffusione del rispetto verso gli altri orientamenti sessuali e contro il bullismo omofobico.

"Bye bye bulli vuole soddisfare l’esigenza di informazione tra i giovani sulle tematiche dell’omosessualità, in alternativa al disinteresse diffuso e al vuoto di informazione che gravita sull’educazione alla cittadinanza responsabile delle nuove generazioni e spesso perfino degli addetti alla loro formazione."

 La Lush ha inoltre rilasciato un video di ringraziamento alla Francia per la legalizzazione delle unioni civili fra coppie omosessuali

5 maggio 2013

Rainy day, welcome May: il vademecum per il perfetto cambio di stagione



Aspettavamo con terrore questo momento, ma sapevamo sarebbe arrivato: il cambio di stagione! C'è chi lo vive con terrore, chi come me si è rassegnata, come quando vedi l'ennesimo turista con il sandalo e il calzino bianco (non ci piace, ma è così che va il mondo) e chi lo ignora comprando direttamente vestiti nuovi.
Ieri c'erano circa 30 gradi e oggi piove, sicuramente essere nel bel mezzo della stagione dei monsoni non aiuta soprattutto perché, ogni volta che devi uscire, fissi l'armadio con la fatidica domanda che pende sulla testa: "e oggi che mi metto?"
Ecco perché provo a darvi le 5 regole d'oro per il cambio di stagione, il vademecum per rendere questo passaggio il meno doloroso e il più rapido possibile.

1 regola - Il cambio di stagione non è cosa facile, si sa, e quello che serve è una buona disposizione d'animo. Non prendetelo come un obbligo, ma come un'occasione per "depurarvi". Il Feng Shui sostiene che riordinare i propri spazi sia catartico e permette di fare ordine anche nella propria vita e anche io la penso così. Quindi accendete della buona musica, che vi rilassi o vi dia carica sceglietelo voi. Tenete alla larga presenze che vi infastidiscano e mettetevi all'opera.

2 regola - Questa è LA regola, quella per eccellenza senza la quale finirete seppellite dai vestiti. Se un indumento supera i 2 cambi per stagione (quindi due inverni per i maglioni o 2 estati per le canottiere) senza che l'abbiate indossato nemmeno una volta, significa che è ora che passi a miglior vita. Regalatelo a qualche amica a cui pensate possa fare piacere, datelo in beneficenza (magari evitate le zeppe borchiate stile Lady Gaga, sarebbe un po' indelicato) oppure prendete parte (o organizzatene uno voi stesse) agli swap party, dove potete scambiare i vostri abiti con quelli di altre/i e trovare delle vere e proprie occasioni, pezzi vintage o firmati.

3 regola - What if, cantavano i Coldplay, ma voi lasciate stare. La peggiore trappola del cambio di stagione è iniziare a pensare cose tipo "se dimagrissi lo rimetterei", "se andassi in campeggio lo indosserei" (siamo serie, l'ultima volta che è entrata un'ape in casa stavate per chiamare i ghostbusters, pensate davvero che andrete mai in campeggio?), "se dovessi disinnescare una bomba nello spazio, con questo starei comoda". La risposta è sempre NO. Sono scuse, bugie che ci raccontiamo per non buttare, per non disfarcene. L'unico margine che potete lasciarvi è quello dei "vestiti da casa", il gruppo degli indumenti antistupro che indossiamo nell'intimità della nostra casuccia e che solo pochi eletti hanno avuto la (s)fortuna di vedere. Anche lì, con parsimonia, sapete anche voi che il top monospalla con le paillettes a forma di panda non lo metterete mai in casa.

4 regola - PPP, ovvero le 3 P. Non è un insulto, ma è la sigla che vi aiuterà a capire cosa buttare. Prima P, pallini: se un capo è talmente logoro da aver sviluppato quei fastidiosi pallini, allora è arrivato il momento di gettarlo o al massimo potete portarlo da H&M per riciclarlo. Seconda P, pallido: probabilmente è stato vittima di qualche lavaggio riuscito male, del tempo o dell'ammoniaca. Se un vestito ha cambiato colore, allora va nella spazzatura. Terza P, poi: se iniziate a dire "poi lo butterò", "poi tornerà di moda", "poi lo sfilaccerò fibra per fibra e ne farò una meravigliosa tela come Penelope" sapete tanto voi, quanto io, che state solo procrastinando.

5 regola - Ordine: se c'è nell'armadio, se sapete dove andare a cercare, se avete a vista più o meno tutto, allora saprete cosa indossare. Lasciate uno spazio nell'armadio, un cassetto o una pila di vestiti che sia un intermezzo fra l'estate e l'inverno, perché capiterà sempre che avrete bisogno di un giacchetto per una vacanza, di una maglia a manica lunga per quell'acquazzone improvviso e perché, semplicemente, avrete meno roba da spostare ogni volta. Mettete a portata di mano i capi che indossate più spesso, siano outfit da lavoro o da università, così non dovrete impazzire a cercarli. Stessa cosa vale per pezzi basic facili da abbinare come una camicia bianca, un giacchino nero o quel jeans che sta bene sia con le Converse che con il tacco 12. Se vi avanza tempo, inserite anche qualche sacchettino per profumare l'armadio, è così bello indossare gli abiti che odorano di pulito!



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